Jane Zhang: The Diva Dance, il brano impossibile da cantare per un essere umano.
Era l’11 ottobre del 2015 e Jane festeggiava il suo compleanno “in concerto” a Chengdu, la città che le diede i natali. E che concerto ! Il titolo era “Beloved – Jane Zhang and Her Friends” ed infatti tanti erano gli amici che la accompagnavano sul palco, tra questi il mitico John Legend, Chris Botti, una delle migliori trombe al mondo ed il famoso compositore e direttore d’orchestra Tan Dun.
Sarebbero bastati anche solo questi tre nomi per rendere la serata una di quelle indimenticabili e invece di ospiti ce ne erano anche altri che duettarono con Jane, ma quello che accadde ad un certo punto non se lo aspettava nessuno: l’orchestra sinfonica inizia a suonare le note de “Il dolce suono” dalla “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Doninzetti, l’aria tratta dalla seconda scena del terzo atto dell’opera, conosciuta anche come “La scena della pazzia“.
Jane si presenta sul palco in un meraviglioso abito lungo ed inizia a cantare, ovviamente in italiano, la celebre aria di Doninzetti. Il pubblico è incredulo, l’interpretazione è da soprano navigato, la voce è potente, precisa, cristallina e regala una sensazione di purezza a chi l’ascolta. E’ un pezzo difficile ma Jane lo interpreta come se avesse sempre cantato lirica.
Jane Zhang The Diva Dance: un’aliena sul palco
Poi, al termine del brano, la sorpresa nella sorpresa: la sezione ritmica dell’orchestra attacca ed allora il pubblico capisce che non è finita lì. Sta succedendo l’impossibile, sono le note di “The Diva Dance” che in effetti nel film “Il Quinto Elemento” di Luc Besson seguono l’aria di Doninzetti nell’interpretazione della “Diva Plavalaguna“.
E lì non c’è più storia: Jane inizia a cantare il pezzo scritto appositamente per non poter essere cantato da un essere umano, perché fisiologicamente impossibile ! Al termine il teatro scoppia in un grande applauso.
Il brano fu scritto nel 1997 dal compositore francese Éric Serra su richiesta del regista Luc Besson affinché diventasse il momento culmine del film. Nella pellicola l’attrice che interpretava la “Diva Plavalaguna“, l’aliena insomma, era Maïwenn Le Besco, all’epoca fidanzata di Éric Serra, ma la voce era quella del soprano albanese Inva Mula e molti passaggi musicali furono per ovvie ragioni migliorati con l’aiuto di un campionatore di suoni.
Quando Éric Serra mostrò per la prima volta lo spartito di Diva Dance al soprano, lei sorridendo gli fece notare che alcune frasi erano impossibili da cantare, perché la voce umana non può saltare tra note tanto distanti l’una dall’altra nella scala musicale così velocemente come era scritto sulla carta di musica. Quelle note quindi furono cantate separatamente e poi le tracce registrate furono sovrapposte. Ascoltando il brano ci sono alcuni momenti in cui si riesce chiaramente a percepirlo.
The Diva Dance: il compositore Éric Serra svela tutti i retroscena
Per chi avesse dei dubbi su quanto sto dicendo, riporto il testo di un’intervista fatta proprio ad Éric Serra e pubblicata l’anno scorso sulla rivista francese Trax Magazine:
Quando fu girata la scena Inva Mula era un giovane soprano di talento, ed il suo manager era lo stesso che fu di Maria Callas, (n.d.r.: Michel Glotz). Oggi è tra le prime dieci soprano del mondo.
Affinché la scena funzionasse, necessitavamo che la voce sembrasse aliena, dunque composi qualcosa che nessun essere umano avrebbe potuto cantare: deliberatamente scrissi note molto basse seguite da note altissime ad una velocità tale che non potevano essere cantate, tanto l’idea era quella che avrei sistemato il tutto con il campionatore.
Prima di allora non avevo mai lavorato con una cantante lirica, e dunque non immaginavo le capacità canore che di lì a poco avrei apprezzato. Ritenevo che solo il 60% del brano fosse interpretabile. In studio, prima ancora di togliersi il soprabito, lei cominciò a cantare leggendo lo spartito. Rimasi esterrefatto. La bellezza della voce e la perfezione del suo canto mi fecero venire i brividi lungo la schiena. Eppure lei stava solo “accennando”. Non potevo crederci.
Ci sedemmo ed allora cominciò a cantare per davvero. Fui sopraffatto: cantò l’85% di quello che io pensavo fosse tecnicamente impossibile.
Successivamente campionai la sua voce e la modificai un po’. Oggi può sembrare banale, ma a quel tempo molti si chiedevano come ci fossi riuscito. Quando spiegavo come avrei fatto, chi mi sentiva non riusciva a capire, ma si fidarono di me.Il giorno dell’ascolto per l’approvazione del lavoro, rimasi colpito. Ero faccia a faccia con l’ex-agente di Maria Callas, il direttore d’orchestra austriaco Herbert von Karajan (n.d.r.: ad oggi ritenuto il più grande direttore d’orchestra di tutti i tempi) ed uno stupendo soprano. Persone eccelse di un ambiente musicale che conoscevo poco, ma per le quali non provavo altro che ammirazione.
Il fatto di modificare la voce del soprano mi faceva sentire come un bambino che gioca con qualcosa di sacro!
Li feci accomodare davanti alla mia console, ero terrorizzato ! Dopo il primo ascolto entrambi si voltarono e mi chiesero: “Possiamo ascoltare di nuovo ?” Dopo il secondo si girarono nuovamente: erano meravigliati. Mi domandarono: “Come hai fatto !?”
Non riuscivano a capire come avessi ottenuto con la voce quelle note che non era possibile cantare. Erano come bambini.
Jane Zhang The Diva Dance
Io ho ascoltato negli anni decine e decine di cover di Diva Dance (basta cercare su Youtube, se ne trovano tantissime) e devo dire che la stragrande maggioranza di esse mostra chiaramente la bravura delle interpreti. In effetti non ci si può accostare né alla “Lucia di Lammermoor” né a “The Diva Dance” se non si è preparati tecnicamente a farlo.
Il fatto però è che nessuna delle versioni che ho sentito si avvicina all’originale. D’altronde, come abbiamo detto, l’originale di per sé è un “falso”, nel senso che è frutto di un notevole lavoro di post-produzione.
Ebbene l’interpretazione di Jane è la migliore mai realizzata, si avvicina all’originale più di ogni altra. Concordo sicuramente sul fatto che ancora manca qualche nota, soprattutto nei fraseggi veloci, ma ad oggi non c’è essere umano che ci possa riuscire.
D’altronde Jane è quello che si definisce un soprano di coloratura, tecnicamente parlando è un soprano spinto che può cantare qualunque genere musicale ed quindi ci ha abituati proprio a questo in 12 anni di carriera, passando dal pop al classico, dal rock al blues transitando per jazz ed R & B, ma ascoltarla in un’interpretazione lirica e poi “extraterrestre” mi ha sorpreso non poco e deve aver sorpreso anche lo stesso Éric Serra che, dopo aver visto e soprattutto udito la sua esibizione nel concerto “Jane Zhang and Her Friends“, ha sentito il bisogno di scrivere un post sulla sua pagina Facebook per congratularsi con lei.
Éric Serra si congratula con Jane
Vi riporto una parte del testo scritto in francese, che per l’occasione ho tradotto in italiano:
Un gran BRAVO a #JANEZHANG per la sua interpretazione di #THEDIVADANCE! Tra le innumerevoli versioni che ho ascoltato, per lo più in trasmissioni televisive di tutto il mondo, la sua è la più impressionante, perché Jane Zhang è riuscita a cantare alcune frasi e a raggiungere alcune note che avevo deliberatamente scritto per essere interpretabili esclusivamente da un alieno !
Quella era l’idea partorita dalla mente di #LUCBESSON.
Jane Zhang sale al primo posto del “CAMPIONATO DIVA DANCE”, competizione spontaneamente generatasi sul web e che, devo ammettere, mi piace molto ! […].
Che dire ? Se Jane Zhang viene chiamata “Dolphin Princess” un motivo ci sarà … non credete ?
Prossimamente …
Prossimamente vi mostrerò come Jane si “esercita” nel canto per riuscire ad eseguire performance di questo livello e vi fornirò tanti dettagli sul concerto del quale abbiamo visto il frammento di “Jane Zhang The Diva Dance”.
Lyrics
“Il dolce suono” dalla “Lucia di Lammermoor”
di Gaetano Doninzetti
Il dolce suono mi colpì di sua voce!
Ah, quella voce
M’è qui nel cor discesa!
Edgardo! Io ti son resa. Edgardo!
Ah! Edgardo, mio!
Si, ti son resa fuggita io son da’ tuoi nemici.
Ah nemici!
Un gelo mi serpeggia nel sen!
Trema ogni fibra!
Vacilla il piè!
Presso la fonte meco t’assidi alquanto.
Si, presso la fonte meco t’assidi.
Copyright per le immagini del concerto “Beloved”: ShowCity Time Production.
Ma se Diva Dance è stato composto nel 1997, come poteva il compositore trovarsi faccia a faccia con Maria Callas se la stessa è deceduta nel ’77?
Ciao Maria Pia, grazie per il tuo commento. Avevo commesso un errore di traduzione dal francese dell’articolo apparso su Trax Magazine che riportava l’intervista fatta ad Eric Serra. Ho appena corretto l’articolo inserendo anche il nome dell’ex-agente teatrale della Callas che non era riportato nell’intervista.